E’ stata pubblicata la quinta edizione di IdentiPack, il report semestrale che fotografa lo stato dell’arte sul tema dell’etichettatura ambientale sugli imballaggi dei prodotti grocery in commercio negli ipermercati e supermercati in Italia.
La quinta edizione dell’Osservatorio fa riferimento a quasi 139 mila prodotti. I dati sono riferiti a dicembre 2023.
I dati salienti del report sull’etichettatura ambientale
Il 42,8% (+4,9 sull’anno precedente) dei prodotti a scaffale presenta una codifica identificativa del materiale dell’imballaggio. Se si considerano invece i prodotti venduti, la percentuali con codifica identificativa del materiale di imballaggio sale 68,1% (+3,2 rispetto all’anno precedente).
Per quel che riguarda le istruzioni di smaltimento dell’imballaggio, queste sono presenti nel 53,9% (+3,4% rispetto all’anno precedente) dei prodotti a scaffale e sul 78% di quelli venduti.
La certificazione di compostabilità del packaging è sullo 0,2% dei prodotti a scaffale e sullo 0,3% dei prodotti venduti.
Il 6,5% (7% sui venduti) dei prodotti, specifica in etichetta informazioni aggiuntive per una raccolta di differenziata di migliore qualità.
I marchi ambientali o altre dichiarazioni di sostenibilità ambientale sono presenti sull’8% dei prodotti a scaffale (11% sui venduti).
Infine, la possibilità di visionare ulteriori informazioni ambientali in formato digitale è sul 3,8% dei prodotti a scaffale (3% sui venduti).
Considerazioni sul rapporto tra giovani ed etichette
L’attenzione verso l’etichetta è in crescita tra i consumatori, inclusi i giovani, sebbene in misura minore rispetto agli adulti. I giovani consumatori italiani mostrano un interesse crescente nell’analizzare le etichette dei prodotti, focalizzandosi principalmente sulla data di scadenza (61%), il luogo di produzione (42%), i valori nutrizionali (41%), le modalità di riciclo e smaltimento delle confezioni (34%), e le istruzioni di conservazione (32%).
Nonostante l’importanza attribuita alle informazioni pratiche sul packaging, come la data di scadenza, altri aspetti come la sostenibilità ambientale, l’equità sociale e l’etica rimangono meno prioritari, con meno del 20% dei giovani consumatori che le consultano regolarmente.
Rispetto agli adulti, i giovani consumatori sono più propensi a prestare attenzione alle certificazioni di origine e ai tipi di ingredienti, ma meno interessati alle certificazioni etiche o sociali (17%) e all’assenza di prodotti inquinanti (16%).
La fiducia nei confronti delle informazioni ambientali fornite dalle aziende è tendenzialmente positiva tra i giovani consumatori italiani, sebbene il 69% ritenga che tali informazioni siano spesso vaghe o difficili da verificare. Gli over 35 sono più scettici al riguardo, con il 76% che le ritiene vaghe e potenzialmente ingannevoli.
Questi dati sottolineano la necessità di maggiore trasparenza e chiarezza nelle informazioni fornite dalle aziende sulla sostenibilità dei loro prodotti. In conclusione, l’indagine offre uno spaccato dettagliato delle percezioni e dei comportamenti dei consumatori italiani riguardo alla sostenibilità, evidenziando una maggiore attenzione da parte dei giovani rispetto agli adulti verso la credibilità delle comunicazioni aziendali in questo ambito.